Pane al pane, droga alla droga

Split arrows. Facts on the left, myths on the right.

La storia delle sostanze che mandano “fuori” (alcol, droghe, psicofarmaci) è lunga quanto la storia dell’uomo. Non c’è ambito nella vita sociale, in guerra o in pace, che ne sia esente. Andar “fuori” annulla la responsabilità per le azioni commesse o per le azioni non eseguite e giustifica tutto.

“Ero sbronzo…”, “Ero fatto…”, eccetera, mette in salvo una persona, socialmente, ma non la mette in salvo penalmente. Infatti, ad esempio, la legge punisce chi guida sbronzo o “fatto” da qualsiasi sostanza tossica. La responsabilità penale, oggi, è ancor più severa se il comportamento del singolo danneggia altre persone innocenti.

Purtroppo, la legge non basta a impedire le stragi dell’alcol e della droga. A impedire le stragi basterebbe il buon senso, ma il buon senso di chi fa uso di sostanze è finito in fondo al bicchiere o bruciato nella cartina dello spinello.

Il paradosso della legalità

Come si può trasformare un crimine in un’impresa? Come si può trasformare uno spacciatore in un imprenditore? Come si possono trasformare degli intossicati, in clienti affezionati.

Semplice. Sulla bilancia della giustizia, si sposta la misura: da illegale a legale. E il timbro sacro della legalità pulisce la coscienza e la fedina penale di chi vende.

L’alcol è legale, ma oggi il binge drinking rappresenta l’abitudine più diffusa e consolidata tra i minori e molti barman non chiedono la carta d’identità ai loro giovanissimi clienti. Invade la privacy di quei bambini e non è educato, credo.

Droghe leggerissime

La falsa divisione tra droghe leggere e droghe pesanti è fuorviante e apre la via alla tossicodipendenza. Punto.

La falsa divisione tra droghe leggere e droghe pesanti è fuorviante e apre la via alla tossicodipendenza. Punto.

Lo vediamo nei centri Narconon, nelle storie agghiaccianti di migliaia di ragazzi. Hanno cominciato tutti così: “È leggera, non mi farà niente e mi fa ridere…”.

E oggi “diamo il benvenuto” alla droga leggerissima, quella che tutti possono prendere, quella che cura il cancro e altre incurabili malattie, quella che si può smettere quando uno vuole… anzi, non la chiameremo più droga (parola antica e odiosa), ma Cannabis Terapeutica (parola nobile e marketing oriented).

Gli oltre cinquant’anni di esperienza del Narconon, le migliaia di ragazzi che hanno fatto il programma in tutto il mondo e le loro famiglie, dicono: “Occhio agli spacciatori…!”

AUTORE

Ugo Ferrando

Nel 1974 ha introdotto i metodi di miglioramento sociale di L. Ron Hubbard in Italia e da oltre un quarto di secolo è il portavoce del Narconon Sud Europa.

NARCONON ASTORE

PREVENZIONE ALLA DROGA E RECUPERO DALLA TOSSICODIPENDENZA